Dott.ssa Paola Aleotti - Responsabile culturale Avulss mantovana
Viviamo in un’epoca dominata da quelle che Spinoza chiamava l’epoca delle passioni tristi cioè un’epoca attraversata da un senso pervasivo di incertezza e di impotenza che ci porta a vivere e a rivivere il mondo come una minaccia dalla quale è difficile difendersi. Prima il virus, i distanziamenti, le chiusure, ora le guerre, le nuove povertà sono tutti aspetti che caratterizzano il nostro tempo.
E’ difficile immaginare dove porteranno queste crisi, ma soprattutto la misura delle ricadute sulle nostre vite.
In questi ultimi anni la pandemia e poi le guerre hanno generato SCENARI INEDITI che ci hanno fatto ulteriormente capire come la fragilità e la vulnerabilità siano gli elementi costitutivi della condizione umana.
Pericolosità, paura, ansia, attesa, mancanza di controllo e incertezza sono i sentimenti con i quali oggi, in qualche misura, dobbiamo convivere.
Tutto questo, allora, può generare un senso di angoscia, ma nello stesso tempo, ci pone davanti alle fondamentali questioni del senso della nostra vita e del senso di limite: la pandemia e la guerra ci ha sorpresi, e ci ha messi di fronte a verità certe, ossia la nostra limitata capacità di controllare ciò che ci circonda.
Poter controllare ogni cosa è una delle illusioni più grandi dei nostri tempi (onnipotenza).
Viceversa la forza travolgente del male ci ha dato una grande lezione di UMILTA’, una lezione che ci rivela quello che siamo: fragili, deboli, ma proprio per questo, tuttavia, capaci di una grande forza quella propria del volontariato: quella di essere uniti, di essere insieme,di recuperare antichi valori come la solidarietà, la fraternità,i legami…
Forse è proprio in questo tempo che si potrebbe definire “pensoso” o sospeso, perché bisognoso di riflessione, di comprensione, di meditazione, sta la chiave del futuro.
Davanti a noi potrebbero aprirsi due strade: o la chiusura in noi stessi, sulle nostre fragilità, su ciò che ci manca o che ci è stato tolto oppure allargare lo sguardo, allargare le braccia per soccorrere, per consolare, per non abbandonare.
questo rimanda alla centralità della relazione e a tutti i suoi contenuti: ACCOGLIENZA, ASCOLTO, ATTENZIONE, VICINANZA, SOLLECITUDINE, GRATITUDINE, RICONOSCENZA, GENEROSITÀ.
L’OMS definisce la salute come bene comune non solo pubblico, né privato ma come un bene che si costruisce insieme perché insieme è possibile pensare in modo diverso al futuro delle comunità.
Dunque anche la definizione dell’OMS richiamando il concetto di salute come costruzione del bene comune rimanda all’importanza dei valori che sono propri del volontariato.
Il volontario, insieme alla associazione, rappresenta una componente della comunità capace di portare un pezzo di mondo nei luoghi in cui opera contribuendo a generare COMUNITA’ locali solidali in grado di esprimere vicinanza e inclusione agendo contemporaneamente per il BENE COMUNE.
In questo senso il volontariato può essere definito un vero e proprio SOGGETTO SOCIALE il cui fine è quello di offrire una risposta a bisogni nuovi e antichi attraverso l’erogazione di servizi che vanno ad integrare quelli forniti dalle organizzazioni pubbliche.
Ma per fare del bene bisogna saperlo fare bene.
L’esperienza del volontariato non è soltanto un agire “altruistico”, “missionario”, “generoso” perché a differenza dei comportamenti d’aiuto spontanei e occasionali, il volontariato implica relazioni e interazioni prolungate faccia-a-faccia con le persone.
Per queste ragioni e per l’importanza che sempre più il volontariato sta assumendo in vari settori cruciale diventa la formazione riguardante sia il contenuto specifico dell’attività sia il significato e le motivazioni dell’essere volontari.
Fare volontariato permette di:
partecipare alla comunità attraverso azioni di aiuto
migliorare la qualità di vita perché la arricchisce dando uno scopo alla vita
acquisire fiducia in se stessi perché vengono condivisi valori e cause e ciò produce un senso di autorealizzazione
dare un senso alla vita mettendo in circolo le idee e le esperienze
sviluppare competenze e cose nuove imparando da chi già sa fare
trovare nuovi amici generosi e disinteressati
incontrare nuove persone e instaurare relazioni di qualità
far crescere un’altra visione di se stessi imparando a conoscere le proprie potenzialità e aumentando così l’autostima
riflettere sulla propria vita imparando ad apprezzarla
guardare con occhi diversi ai problemi superficiali
mettersi in gioco per fare la propria parte confrontandosi con altre realtà
uscire dalla routine e vivere in modo costruttivo il tempo
apprezzare e dare valore alla gratitudine
Insomma comprendere che la dignità di ognuno si alimenta nella messa in comune di risorse e opportunità, in cui la solidarietà deve avere la meglio sulla violenza, l’attenzione reciproca sull’indifferenza, il rispetto e la fiducia sul rancore e la diffidenza.
La consapevolezza insomma che l’umanità è stretta intono a un destino comune.
Ricordando sempre le parole di S.Agostino:
LA QUALITA’ DEI TEMPI DIPENDE DALLA QUALITA’ DEGLI UOMINI (S.Agostino)